La Via Gallica non esiste. E’ un nome di fantasia attribuito a un tracciato la cui storia si perde nella notte dei tempi, quando ancora le popolazioni della Pianura Padana e della fascia che costeggia le pendici montuose delle Prealpi affidavano il loro patrimonio di conoscenze solo alla parola. E non esiste nemmeno un tracciato univoco, ma una rete di percorsi che la consuetudine d’utilizzo ha reso preferenziali nelle diverse epoche storiche, dall’età dei Celti all’Alto Medioevo, collegando i centri che via via conquistavano maggiore importanza.
Quando i Romani, grandi costruttori a cui si devono le strade consolari che solcano in lungo e in largo la penisola italiana, attraversarono il Po e si spinsero alla conquista di tutto il territorio lombardo, lasciarono un segno indelebile nel paesaggio e nell’urbanistica delle grandi città. Ripercorrere la Via Gallica significa scoprire, attraverso un viaggio nell’archeologia, la loro straordinaria eredità artistica e culturale, senza dimenticare le trasformazioni impresse dalle popolazioni che si sono succedute dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, primi fra tutti i Longobardi che, oltre al nome, hanno lasciato alla Lombardia molte insospettate ed eloquenti testimonianze.
Ad accompagnarci in questo viaggio di riscoperta e di raccolta delle tracce che sin dal Settecento hanno affascinato gli studiosi, i “pionieri” della Via Gallica, saranno strumenti di visita multimediali e modernissimi, dai videoclip, alle audioguide, alle scansioni 3D.